apertura delle scuole: caos nel lazio
Il commissario di governo Domenico Arcuri ha chiarito che il calendario della distribuzione dei banchi dipende anche dalle domande presentate dalle Regioni: «Si è preso atto – ha scritto Arcuri – delle varianze rispetto alla media, ponderata sul numero di studenti, delle richieste ricevute: in alcuni territori come Lazio, Campania e Sicilia sono state molto superiori, fino a otto volte, rispetto ad altre, e pertanto si è dovuto procedere a un bilanciamento nell’arco temporale di distribuzione». Il direttore dell’Ufficio scolastico regionale — riporta Il Corriere della Sera — ha così chiarito che la consegna avverrà in tre tempi: settembre, senza specificare se prima o dopo il 14, poi tra settembre e ottobre e infine entro ottobre. In tutto le scuole del Lazio hanno chiesto 320 mila banchi: circa novemila (88 banchi per cento scuole, che stanno arrivando) sono stati acquistati dalla Città metropolitana, 18 mila da altri soggetti come i Comuni o gli stessi istituti, perciò ne mancano ancora – e sarebbero quelli di Arcuri – 290 mila, la quota maggiore a Roma. Nel frattempo, allora, come si fa? Continuando con la didattica a distanza oppure prevedendo il piano B delle classi senza distanziamento ma con la mascherina sul viso, come appunto il Virgilio, dove si era ipotizzato di far rientrare in presenza le prime e, forse, le quinte. Il fatto che, però, non siano arrivati i banchi ha complicato tutto. Al Carducci (quartiere Trieste) hanno acquistato le sedie con ribaltina, come quelle usate per i congressi. All’istituto Scala (borgata Finocchio) hanno segato in due i vecchi biposto. Al contrario, al Mamiani in Prati li hanno uniti, con uno studente a cavallo tra i due. Oppure all’agrario Sereni sulla Prenestina, che ha allestito anche aule all’aperto sotto le vele, hanno disposto i ragazzi sui due lati, lungo e corto. In questo istituto tecnico mancano 60 docenti (40 di sostegno, 20 di altre materie) e 21 Ata.
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